All’evento patrocinato dall’Unesco si affianca anche la World Book Night.
Bibliofili attenzione, arriva la vostra festa: manca poco ormai alla Giornata Mondiale del Libro e del Diritto d’autore, manifestazione che dal 1993, grazie al patrocinio dell’Unesco, vede il mondo (eccetto Regno Unito e Irlanda che festeggiano il 1° marzo) impegnato il 23 aprile di ogni anno a diffondere l’amore per la lettura e ricordare l’importanza del libro come il più efficace strumento di diffusione e conservazione della cultura.
Non solo una giornata ad hoc per i lettori, ma anche per gli autori: si promuove infatti la pubblicazione di libri e ci si impegna a salvaguardare la proprietà intellettuale attraverso il diritto d’autore, riconosciuto a livello internazionale soltanto nel 1955, data in cui tutti gli Stati del mondo ne hanno conferito legittimità e tutela attraverso la firma della Convenzione Universale del diritto d’autore.
Perché il 23 aprile
L’Unesco ha ripreso la tradizione catalana dei festeggiamenti del santo patrono S.Giorgio, proprio il 23 aprile, quando, secondo un’antica usanza, gli uomini ricevevano in regalo un libro dalle donne in cambio di una rosa: adesso invece sono i librai della Catalogna a donare lo stesso omaggio floreale per ogni libro venduto in questa giornata.
Inoltre, il 23 aprile è anche un giorno ricco di storia letteraria. Nel 1616, infatti, due geni della letteratura si sono spenti lasciando all’umanità patrimoni culturali senza pari: si tratta di William Shakespeare e Miguel de Cervantes.
Non ci sarebbe stata dunque una data più azzeccata e suggestiva, se si pensa che si ricorda anche la nascita del padre un po’ perverso di Lolita, l’autore russo Vladimir Nabokov, e del premio Nobel islandese Halldór Laxness, grande rinnovatore della letteratura.
La World Book Night
Detto questo, non stupirà sicuramente sapere che dall’anno scorso gli americani, insieme con gli irlandesi e gli inglesi, abbiano inventato l’evento nell’evento.
Quest’anno al gruppo anglofono si è aggiunta anche la Germania a quello che ormai in molti conoscono come World Book Night e che considerano una catena dell’intelligenza, stesso intento di promuovere la lettura ma con una formula a dir poco vincente: regalare libri.
Lettori, biblioteche e librai, donano libri soprattutto a chi non è (ancora) amante della lettura e solitamente non legge molto ma che, in teoria, con un libro in dono e la formula “Questo è straordinario, devi leggerlo” dovrebbe convertirsi alla passione per la cultura.
I libri scelti per la World Book Night e le polemiche
Quest’anno l’apposita commissione composta di editori, scrittori e librai, presieduta dalla scrittrice Tacy Chevalier (famosa per La ragazza con l’orecchino di Perla), ha selezionato una rosa di 24 titoli da regalare, fra cui sostanzialmente capolavori e best seller. Ci sono libri come Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen, L’Alchimista di Paulo Coelho, Misery di Stephen King, Il racconto delle due città di Charles Dickens, affiancati a titoli contemporanei che hanno dominato le classifiche americane e inglesi.
E proprio la scelta di libri di successo ha suscitato diverse polemiche: un modo per incrementare le vendite? E i nuovi scrittori e piccoli editori? Distribuire libri gratis non è un affronto alla crisi mondiale dell’editoria? Il nobile gesto nasconde – per caso – l’intento di vednere di più?
I libri e il marketing
In effetti, parliamoci chiaro, il libro per il mercato è un prodotto di consumo, niente di più: ha il suo ciclo di vita e sottosta alle regole spietate del marketing. E chi risponde spavaldo “No guarda, io compro solo quello che mi ispira, non mi faccio abbindolare da offerte, campagne pubblicitarie e quant’altro…” sarà costretto a disincantarsi perché la sua scelta ha una spontaneità solo apparente: viene studiata e precisamente catalogata come “acquisto d’impulso”. Siamo tutti cavie dei professionisti del marketing!
In realtà, a noi lettori “militanti” poco importa tutto questo, continueremo a leggere (non solo durante la giornata dedicata), ad appassionarci a grandi e piccoli scrittori, contemporanei e non, e a coltivare la nostra passione per “il miglior amico dell’uomo, all’infuori del cane” per dirla come Groucho Marx.
Dubito, però, che chi per un’intera vita non ha mai aperto un libro, o conosciuto autonomamente l’intima gioia che arreca l’universo della lettura, riesca a convertirsi improvvisamente a una pratica così impegnativa. Anche Daniel Pennac la pensa così, visto che nel suo Come un romanzo afferma che leggere è un po’ come amare: non può esistere l’imperativo.
Buona giornata del libro a tutti!