L’ossessione per l’eliminazione dei carboidrati dalla propria dieta è una vera e propria malattia.
Digitando la parola carboressia su Google, il risultato della ricerca sarà un unico link che accenna solamente all’argomento cercato, ma provando a scrivere carboressia in inglese (carborexia) si ottengono più di 18mila risultati. In America se ne discute da anni, invece in Italia se ne parla ancora pochissimo: eppure, indagando sulle abitudini alimentari di amici e conoscenti, si scoprirebbe che la carboressia è una realtà molto vicina a tutti noi.
Si tratta di un disturbo alimentare che fa parte dell’ortoressia, patologia che l’Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ancora riconosciuto come tale e di cui, nel 1997, il nutrizionista americano Steven Bartman ha coniato il termine spiegandone i sintomi, partendo proprio dalla sua esperienza di ex ortoressico.
Ortoressia richiama l’anoressia, è vero: entrambe sono disturbi relativi al rapporto con l’alimentazione, ma mentre l’anoressico si concentra sulla quantità del cibo per perdere peso, l’ortoressico, invece, non è sempre interessato a dimagrire e ha come obiettivo primario un regime alimentare basato solo su cibi di qualità. Il concetto di qualità, però, viene esasperato: la ricerca di cibi salutari e sani diventa una vera e propria fissazione patologica.
L’ortoressico trascorre molto del suo tempo a pianificare la sua dieta, eliminando importanti alimenti per la salute del proprio corpo e punendosi con regimi sempre più ristretti se qualche volta trasgredisce concedendosi del cibo “sbagliato”.
Nello specifico, il carboressico annovera gli alimenti contenenti carboidrati fra i cibi cattivi e ne è letteralmente terrorizzato, tanto da eliminarli completamente dalla sua dieta. Non deve sembrare assurdo, poiché negli ultimi anni la cosiddetta dieta low-carb (con pochi carboidrati, appunto) è diventata davvero una moda, come la nota dieta Atkins e quella metabolica che hanno contagiato molte donne di tutto il mondo.
Inoltre, è facile riscontrare nelle interviste di top model, star del cinema e della tv, la convinzione che una dieta povera di carboidrati sia un ottimo rimedio per far indietreggiare l’ago della bilancia e questo, si sa, porta al tentativo – spesso estremo – delle donne “comuni mortali” di emulare la perfetta forma fisica dei vip con quelle stesse cattive abitudini.
In America le grandi catene produttrici di cibi confezionati (come Prêt-à-Manger e Waitrose) hanno creato un business sulle deliranti manie dei carboressici: in commercio si trovano, infatti, panini-senza pane (?!) con gamberi e avocado e una sorta di “barchetta d’insalata”, che contiene verdure ed è rigorosamente senza carboidrati, con sole 125 calorie. Questi prodotti hanno riscosso moltissimo successo.
Spesso, chi cerca di controllare così spietatamente la propria dieta nella vita non riesce a gestire molte situazioni importanti e di stress (nel lavoro, in famiglia, in coppia, con sé stessi), così, anziché affrontare i demoni della vita reale, combatte con gli pseudo demoni del cibo.
In questo modo molte donne si convincono dei “poteri nefasti” dei carboidrati e fingono di essere intolleranti al glutine per giustificare agli occhi degli altri la loro infondata certezza (in realtà si stima che solo una persona su cento soffre di questo tipo di intolleranze).
E pensare che i carboidrati sono fondamentali nella nostra vita: rappresentano la nostra principale fonte di energia, questo significa che se ne facciamo a meno dobbiamo convivere con mal di testa, stanchezza, stitichezza, ipoglicemia, cattivo umore e altre patologie molto più gravi.
Volete adottare un regime alimentare salutare e anche a mantenervi in forma? Allora affidatevi alla sana dieta mediterranea e svolgete regolarmente attività fisica: supererete tutto, persino la prova costume!