Cosa indossare al primo appuntamento secondo la scienza
Chi non ci è mai passato, prima o poi è destinato a farlo. L’ansia del primo appuntamento e di cosa sia meglio mettere addosso è un concetto tanto comune quanto difficile da risolvere in maniera oggettiva e uguale per tutti. Ecco perché abbiamo deciso di scrivere un articolo che affronti la questione da più angolazioni, non c’è infatti modo migliore per risolvere una situazione intricata, che cambiare prospettiva.
Come lasciare il segno al primo appuntamento
I vestiti che indossiamo sono probabilmente la più effimera delle nostre espressioni di personalità, possono cambiare con estrema facilità e molto spesso restano l’ultima delle nostre priorità.
La prima impressione però, è invece importante e duratura. Sta tutto lì il conflitto del primo appuntamento, siamo consapevoli dell’importanza che un buon vestito avrà sulla serata, ma anche di quanto facile sia sbagliare, o scegliere qualcosa che passi un messaggio diverso dal voluto.
Il modo migliore probabilmente per uscire da questa scomoda situazione è ricordarsi dei saggi insegnamenti della nonna, e che come dicevano una volta: “la bellezza sta negli occhi di chi guarda”.
L’abbigliamento deve essere conforme al luogo dell’appuntamento
Non è stato a lungo un segreto che ci fosse un gran numero di risorse per appuntamenti, ma anche se una donna cerca un uomo a Enna, i preparativi per un appuntamento saranno piuttosto standardizzati, per questa ragione è importante, se non si vuole sfigurare, che l’abbigliamento sia scelto anche tenendo presente il luogo nel quale si terrà. Non sono equivalenti infatti per quanto riguarda il modo di vestire, un appuntamento a teatro rispetto a uno al fast-food più vicino.
Cosa dice la scienza?
Secondo un interessante articolo in lingua inglese dell’Huffpost, anche se probabilmente la scienza non potrà mai dirci quale vestito esattamente indossare, ci sono alcune dritte ed indizi che possiamo trarre da specifici studi fatti fino ad oggi.
Lo studio del vestito migliore parte con un grave handicap dal punto di vista scientifico, e cioè l’impossibilità di separare il livello di attrazione generata dal vestito in sé rispetto ad una moltitudine di altri fattori che con esso si intrecciano.
Tuttavia uno studio di due psicologi dell’università di Rochester del 2008, ha dimostrato inequivocabilmente che gli uomini sono inconsciamente attratti dal colore rosso nell’abbigliamento femminile. Attenzione però perché l’attrazione si limita al solo fattore sessuale, non ci sono infatti state differenze di rilievo nella valutazione di simpatia, o intelligenza che gli uomini hanno attribuito ad una donna in base al colore indossato.
Questo significa che andare vestite in rosso ad un primo appuntamento può essere sicuramente un’arma in più, ma bisogna essere ben consapevoli del genere di arma che si sta impugnando.
Un altro interessante studio risale invece al 2011. È stato portato avanti dallo sforzo congiunto di diverse università e coinvolge un gruppo campione di 150 tra uomini e donne di diverse etnie, che hanno dovuto valutare l’impatto che il make-up aveva su valutazioni di attrattività, competenza, simpatia ed affidabilità. I risultati indicano che un trucco non esagerato aiuta sensibilmente a dare una prima impressione migliore rispetto a un volto struccato oppure truccato in maniera eccessiva.
In questo mondo così digitale, l’argomento dell’abbigliamento resterà forse una delle poche questioni umane che resterà per sempre analogica, squisitamente controversa e molto difficile da inquadrare. Non risponde a regole lineari e non si lascia schematizzare in sistemi, è semplicemente l’espressione più superficiale della nostra profonda personalità, e forse tale è giusto che sia.
Godiamoci quindi l’ansia del primo appuntamento e teniamoci strette le nostre incertezze. Sono queste cose che ci rendono umani.