L’Istituto Superiore di Sanità ha diffuso il primo bollettino del Sistema Epidemiologico Integrato delle Epatiti Virali Acute-SEIEVA dal quale emerge che sono sempre più frequenti i casi di epatite che vengono contratti in seguito a trattamenti di bellezza come manicure, pedicure, rasature dal barbiere e anche da piercing e tatuaggi.
In generale, fortunatamente, il numero di infezioni da epatite B e C è in forte calo: negli ultimi 32 anni sono diminuiti dai 10 casi per 100mila abitanti a meno di un caso per 100mila abitanti. Fino al 22 novembre scorso nel 2017 si sono contati 178 casi di epatite B, di cui 32 in Toscana e 27 in Lombardia. A essere maggiormente contagiati sono stati gli uomini di età compresa tra i 35 e i 54 anni.
Per il 16% le infezioni da epatite sono state riscontrate in soggetti a rischio come tossicodipendenti o persone portatrici del virus, nel 28% il contagio è avvenuto per via sessuale, nel 12% dei casi in ospedale e nel 25% dei casi a causa di trattamenti di bellezza, tatuaggi e piercing.
I casi di epatite C, invece, sono stati solo 47, di cui 10 in Lombardia, 8 in Toscana e altrettanti in Emilia Romagna, anche in questo caso per la maggior parte in uomini di età tra i 35 e i 54 anni. Uno dei fattori di rischio principale, per il 31,8% dei casi, è la tossicodipendenza, ma sono in forte aumento proprio i trattamenti di bellezza (34%), i rapporti sessuali a rischio (31%) e l’esposizione in ospedale con interventi chirurgici, endoscopia, trasfusioni o emodialisi (30%).
Per l’epatite A ci sono stati dei picchi epidemici, uno nel 1997, un altro tra il 2013 e il 2014, in quel caso associato al consumo di frutti di bosco congelati, mentre nel 2016-2017 c’è stato un picco soprattutto tra uomini omosessuali. Dal 1° gennaio al 22 novembre sono stati registrati 2.583 casi, di cui 707 in Lombardia e 419 in Veneto. L’Italia è la nazione più colpita.