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Esame del sangue invece di amniocentesi per scoprire anomalie genetiche del nascituro

Gli studiosi di Stanford hanno trovato un sistema che sostituirebbe amniocentesi e villocentesi.


Una buona notizia arriva dalla famosa università dei “geni” di Stanford dove un gruppo di scienziati guidati da Stephen Quake ha messo a punto un sistema che consente di scoprire se un feto è portatore di anomalie genetiche entro il terzo mese di gravidanza semplicemente da un esame del sangue delle future mamme.

Già alcuni ricercatori dell’Università di Washington erano riusciti a trovare un metodo simile che, però, aveva anche bisogno di un campione di sangue paterno. Gli studiosi di Stanford hanno migliorato questa scoperta rendendo possibile l’esame anche nel caso di padre incerto o che non voglia riconoscere il bambino.

In questo modo sarà dunque possibile individuare gli eventuali difetti genetici del nascituro senza ricorrere, come si fa ora, a esami invasivi come l’amniocentesi o la villocentesi (prelievo dei villi coriali), che consistono nell’inserimento di un ago nell’utero. Questi ultimi sono metodi piuttosto delicati che portano all’aborto in un caso su 200.
Un esame del sangue è certamente più sicuro e potrebbe convincere a indagare su eventuali anomalie genetiche anche quelle mamme che hanno paura dell’amniocentesi.
Ovviamente bisogna aspettare ancora un po’ prima che la scoperta degli studiosi di Stanford sia applicabile.

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