Ripercorriamo rapidamente la storia del reggiseno, il capo femminile per eccellenza, indispensabile e seducente.
È tempo di sfilate, vestiti sexy, tubini eleganti, camicie intriganti… abiti che però hanno necessariamente bisogno di un accessorio che esalti il fascino di essi e di chi li indossa, sto parlando del capo femminile per eccellenza: il reggiseno.
Era il 1912 quando una ricca ereditiera americana, Mary Phelps Jacob, inventò l’indumento senza il quale oggi molte donne non potrebbero vivere. Il reggiseno è un’arma di seduzione per tante donne, simbolo di fascino e sensualità e quest’anno compie cent’anni.
Per renderlo sin da subito sofisticato, la sua ideatrice pensò di dare un nome che per la prima metà fosse inglese e per la seconda parte francese: backless brassiere. La parola inglese vuol dire “senza schiena” e la parola francese derivava invece da un’antica parola che significa “braccio superiore”. Da quel momento il termine, intero o abbreviato in brass, significò reggiseno.
Prima di allora le donne erano obbligate a sostenere il seno con mezzi di fortuna: le antiche romane, per esempio, usavano il mammillare, una fascia di cuoio che lo appiattiva rendendolo aderente al busto, oppure il cestus che esaltava i seni più prosperosi; le signore dell’antica Grecia, invece, indossavano l’apodesmo, un bendaggio di stoffa. Si trattava di reggiseni primordiali ma che comunque riuscivano a intrigare gli uomini.
Scriveva Marziale su questo accessorio così misterioso: «Una trappola cui nessun uomo può sfuggire, en’esca che riaccende di continuo l’impetuosa fiamma».
Poi toccò al pelicon, un corpetto foderato di pelliccia che furoreggiava tra le donne del Medioevo, fino ad arrivare ai busti con le stecche di balena che dal Rinascimento ai primi anni del Novecento rappresentarono un doloroso strumento di costrizione per le donne.
Fino ad arrivare al ‘900, quando, negli anni Venti, appiattiva il petto alla garçonne: un esempio era quello indossato da Greta Garbo. In questo modo venne apprezzato dalle donne più emancipate che usavano pantaloni e capelli corti.
Negli anni Trenta veniva confezionato con le prime fibre elastiche e sintetiche, simili alla seta, diventando accessibile anche alle donne meno abbienti.
Negli anni Quaranta–Cinquanta ci fu la sua definitiva consacrazione, con il trionfo delle pin-up e delle maggiorate, da lì il successo del reggiseno è stato un crescendo.
Ce ne sono di tutti i tipi: a triangolo, a balconcino, a bustino, in silicone, push-up, reggiseni sportivi… reggiseni che hanno un valore inestimabile come quello creato da Victoria’s Secret in collaborazione con Damiani (indossato in foto da Adriana Lima), tempestato da una composizione di sessanta diamanti, da centoquarantadue carati in tutto, ottantadue topazi e svariati zaffiri, del valore di circa due milioni di dollari, cioè oltre un milione e mezzo di euro.
Naturalmente e fortunatamente i prezzi per questo capo sono davvero svariati, non è detto che più costi qualcosa e più essa sia bella, come al solito il trucco è star bene con se stesse, quindi indossare indumenti e accessori che valorizzino il nostro corpo senza spendere un patrimonio.