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Max, Sherlock e Sheldon: può una malattia diventare un dono?

Max Braverman, Sherlock Holmes e Sheldon Cooper: tre personaggi delle serie tv con la Sindrome di Asperger.

“Quel bambino è tanto bravo da sembrare malato”. Per quanto strana possa sembrare, questa frase è uno dei complimenti più veritieri che io abbia sentito su Max Burkholder, noto per il suo ruolo in Parenthood.
Il giovane attore interpreta Max, un bambino affetto da Sindrome di Asperger e la recitazione di Burkholder – paragonata da alcuni a quella di Dustin Hoffman in Rain Man – ha portato gran parte del pubblico a chiedersi se anche l’attore fosse affetto da questa rara forma di autismo.
La serie è prodotta per la NBC da Jason Katims che ha creato il personaggio di Max basandosi sull’esperienza vissuta con suo figlio. In un’intervista ha dichiarato che la sua speranza era che ciò rendesse normale la vita di suo figlio, in modo che la malattia non diventasse una stigma e non ci fossero misteri al riguardo.

La Sindrome di Asperger è un disturbo dell’infanzia che generalmente persiste nell’età adulta. Tanti sono i personaggi, del cinema come della letteratura, con evidenti sintomi della malattia e tra i più citati occorre ricordare Sherlock Holmes. Conan Doyle non ha mai fatto esplicito riferimento alla malattia, né avrebbe potuto, considerando che il nome “Sindrome di Asperger” è stato coniato solo nel 1981 in omaggio allo psichiatra che, per primo, ne studiò i sintomi. Impossibile, tuttavia, non notare la vicinanza dei comportamenti del detective con quelli dei “savant”. Tale termine è utilizzato in senso dispregiativo per definire i cosiddetti “idioti sapienti”: soggetti tanto brillanti in singoli campi di studio quanto limitati nelle relazioni sociali. In Sherlock è lo stesso Watson (nella puntata Il mastino dei Baskerville) a definire l’amico “autistico”.

Egocentrico e ipersensibile, Max ha difficoltà nel comprendere le regole di convenzione sociale e questo lo porta spesso ad avere problemi nelle relazioni.
Gli ostacoli che questi soggetti incontrano, sin da piccoli, sono causate dalla loro incapacità di scherzare, essere ironici o anche solo di capire il sarcasmo.

È amaro il sorriso che ci strappa Sheldon Cooper in The Big Bang Theory, tutte le volte che ingenuamente chiede “Sarcasm?”: capace di risolvere in pochi istanti equazioni e formule matematiche, egli trova assolutamente impossibile distinguere una frase ironica dalle altre.

Uno degli aspetti più diffusi della malattia è, inoltre, la difficoltà motoria che spesso la accompagna. Ciò viene delicatamente analizzato in Parenthood nella puntata Il problema di Max, in cui il padre Adam e il cugino Drew trovano un modo per comunicare attraverso il baseball, riuscendo ad ottenere dei progressi in una branca, lo sport, spesso inaccessibile per i soggetti affetti da Asperger.
Toccante è, invece, l’episodio Festa a sorpresa in cui Nonno Zeek porta il nipote in campeggio e si ritrova a dover gestire le crisi di Max. Crisi spesso causate dal rifiuto per i cambiamenti e dai ritmi ossessivamente abitudinari che scandiscono le giornate di chi è affetto da Asperger.

Il “That’s my spot” con cui Sheldon Cooper si rivolge verso chiunque provi a rubargli il posto sul divano non è sintomo di prepotenza. Ci aiuta, anzi, a capire quanto destabilizzante possano essere i più piccoli cambiamenti: basta pensare che il mondo dello scienziato sembra crollare per il semplice fatto che egli non può andare dal barbiere nel giorno prefissato.

Sia per Max che per Sheldon tutta la giornata deve essere programmata nel dettaglio e il minimo ostacolo può causare una crisi: nella puntata Family Portrait Max scopre che in un locale non servono più il suo panino preferito e la reazione è molto simile a quella che ha Sheldon quando scopre che da anni la sua pizzeria di fiducia non esiste più.

Resta un’ultima particolarità da citare con riferimento a questa malattia. Essa è spesso definita la “Sindrome del piccolo professore” per sottolineare la straordinaria capacità che hanno i soggetti che ne sono affetti di eccellere in materie scientifiche o matematiche. Caratteristica comune, infatti, è proprio l’interesse quasi ossessivo verso singoli campi. Max, ad esempio, è un esperto di insetti e spesso tortura la sorella Haddie con la sua infinita conoscenza dell’argomento. Ce lo dimostra nell’episodio Buon compleanno Max, noto per la partecipazione di Michael Emerson (Ben Linus di Lost, Finch di Person of Interest) nel ruolo di Andy, anch’egli affetto dalla malattia. Ed è proprio grazie ad Andy che capiamo che, per quanto difficile, il futuro di Max e di tutti i bambini colpiti da Asperger non è segnato: è possibile “sfruttare” la malattia a proprio favore e trasformarla in un’abilità unica, in un dono.

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