
Sulla rivista Frontiers in Nutrition è stato pubblicato uno studio condotto dai ricercatori del CREA, i centri di Cerealicoltura e Colture Industriali e di Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicoltura, in collaborazione con il Dipartimento di Agricoltura Alimentazione e Ambiente dell’Università di Catania, che ha sviluppato un nuovo tipo di pane di grano duro ad alto contenuto di fibre, ma si tratta di fibre contenute nella farina di agrumi.
In pratica, dopo vari lavaggi e l’essiccazione del pastazzo, ossia delle bucce, la polpa e i semi degli agrumi, quindi un sottoprodotto della lavorazione degli agrumi, si ottiene una farina che viene utilizzata per arricchire il pane di grano duro.
Le fibre degli agrumi, dal punto di vista chimico-fisico, non incidono sulla conservabili del pane, sul suo volume, sul peso, sulla struttura interna o sul pH, mentre dal punto di vista sensoriale il pane così arricchito ha un sapore leggermente agrumato. Qualitativamente, insomma, si ottiene un pane simile agli altri tipi di pane privi di fibre degli agrumi.
L’aggiunta di fibre di arance rosse e limone nella farina di grano duro permette di ottenere un pane con valori di fibre superiori ai 6 g per 100 g di prodotto. Quindi, rispetto a un pane ottenuto con uno sfarinato integrale al 100% di grano, quello arricchito con le farine di agrumi conserva le caratteristiche fisiche e sensoriali del pane tradizionale, ma ha un maggiore valore nutrizionale.
Si tratta di un’alternativa che fa bene non solo alla salute, ma anche all’ambiente. Infatti le farine di agrumi si ottengono da un sottoprodotto che rappresenta un rifiuto piuttosto oneroso, perché ha elevati costi di smaltimento e crea problemi ambientali. Si tratta di circa 500.000 tonnellate all’anno. Riuscendo a riutilizzare e valorizzare questi scarti, si fa dunque una scelta ecologica.