Pubblicare un libro: tutte le info. Intervista all’editor e i principali concorsi letterari
Chissà quanti, durante questo periodo di clausura forzata, hanno trasformato in opera un’idea che avevano da sempre nel cassetto. O che idee ne hanno avute di nuove – anche attingendo da questo clima un po’ surreale – e le hanno messe nero su bianco. E adesso che la vita ricomincia si domandano come proporre al pubblico il frutto delle ore passate alla tastiera.
Fino a qualche decennio fa, quella dello scrittore era una figura abbastanza mitica, che campava solo di libri, o al massimo limitava le sue escursioni entro i confini del magico mondo della parola, spingendosi fino alla sceneggiatura o al giornalismo. Oggi, complici la maggior scolarità, la tecnologia e la digitalizzazione, la scrittura è diventata accessibile a un target potenzialmente infinito, che va dall’adolescente ribelle al parroco di campagna. Conseguentemente sono cambiati anche i rapporti con gli editori. Sia relazionali che economici.
Quando ancora anche il solo utilizzo di una macchina da scrivere non era alla portata di tutti, la concorrenza era meno spietata. Anche uno scrittore esordiente che mandava il proprio manoscritto alle diverse case editrici, una volta scelto si vedeva proporre un contratto retribuito in cambio dei diritti di sfruttamento dell’opera. Se poi l’editore vedeva nell’autore un potenziale che andava oltre, magari se lo assicurava in esclusiva per gli anni a venire.
Oggi, paradossalmente, si scrive di più ma si legge di meno, soprattutto in versione cartacea. Molti libri pubblicati finiscono tristemente al macero a stretto giro di posta. E le case editrici sono poco disposte a investire a pioggia sulle nuove proposte diventate ormai migliaia e migliaia. Devono farlo in maniera selettiva. Chi voglia pubblicare oggi però, ha diverse alternative percorribili e più avanti vedremo quali. Prima dedichiamo qualche parola alle ragioni che spingono, chi scrive, a farlo.
Perché scriviamo?
La ragione più semplice e più valida è sicuramente la voglia di condividere col mondo un’idea che riteniamo importante. Che sia una competenza specifica che trasformiamo in manuale, oppure emozioni o esperienze che diventeranno romanzi o raccolte di poesie, o anche il libro di barzellette che vuole regalare un momento di leggerezza, poco importa: si scrive per trasmettere qualcosa agli altri.
È però ancora molto radicata l’idea che pubblicare un libro dia automaticamente l’accesso a una casta di ricchi e famosi, e il fine ultimo di molti aspiranti scrittori è quello di entrarne a far parte. Spiace dirlo così brutalmente a costoro, ma oggi come oggi, a meno di una botta di fortuna, raramente pubblicare un libro procura fama e ricchezza. La maggior parte degli esordienti pubblicati da una casa editrice, spesso non riceve alcun compenso a eccezione dei diritti d’autore che corrispondono a percentuali a una cifra. E con tanti che scrivono e sempre meno che leggono, i ricavi globali dell’editoria sono inevitabilmente frazionabili su denominatori da capogiro. A questo si aggiunga il fatto che il ciclo di vita di un’opera si è accorciato di molto rispetto al passato. Gli eredi difficilmente potranno campare di diritti d’autore a meno di non far di cognome Rowling o Braun.
Chi poi è a caccia della sensazione di gloria che dà il vedere il proprio nome sulla copertina di un libro, spesso cade vittima di quell’attività un po’ torbida, anche se legale e sicuramente redditizia, nota col nome di vanity press. Come funziona? Vedi un annuncio: “Cerchiamo scrittori esordienti. Invia il tuo manoscritto” E tu che sei uno scrittore esordiente invii i tuo manoscritto. A stretto giro di posta qualcuno ti risponde spiegandoti che la tua opera è la cosa più bella in cui si sia imbattuto da quando ha imparato a leggere, che il mondo non sta aspettando altro, e così via. Per pubblicare il tuo libro servono, però, alcune migliaia di euro di contributo. Tu paghi le migliaia di euro pensando che ti rifarai di quella cifra una volta famoso. Il sedicente editore, invece, in cambio del tuo denaro, ti darà solo un (o qualche) centinaio di copie, lasciando a te l’onere della distribuzione tra parenti e amici di buon cuore. Se vi accorgete che il vicino, scorgendovi da lontano, cambia marciapiede, non vuol dire che dovete cambiare deodorante: dovete solo smettere di provare a rifilargli la copia del vostro libro. Se siete disposti a pagare per pubblicare, tanto vale, ed è certamente più economico, rivolgersi direttamente a un tipografo.
Come pubblicare un libro
Scartata dunque l’editoria a pagamento, vediamo quali sono, nel Ventunesimo secolo, i diversi modi per far conoscere al pubblico il frutto delle nostre fatiche.
L’autopubblicazione online
Con l’avvento dell’ebook i costi vivi di una pubblicazione si sono azzerati. Niente carta, inchiostro, tipografo e distribuzione Di fronte all’azzeramento degli investimenti, qualche editore si è detto: perché non aprire questo spazio, dando la possibilità a tutti di diventare scrittori? Il primo a pensarla così, di cui il grande pubblico ha avuto notizia, è stato sicuramente Jeff Bezos (o qualche dipendente del colosso americano in sua vece). Oggi sono diverse le case editrici che offrono questa possibilità, ma essendo Amazon partita in pole, ha sviluppato un sistema attorno al self publishing, che gestito nel modo giusto consente una buona visibilità agli autori che lo scelgono. Vediamo allora quali sono le modalità e i vantaggi nell’autopubblicarsi con Amazon. Facciamo una premessa necessaria: Amazon ha anche una casa editrice tradizionale, di quelle che fanno contratti agli autori che ritengono più interessanti per il proprio mercato. Si chiama Amazon Publishing e pubblica quasi esclusivamente romanzi di genere: mystery, thriller, romance, fantasy. Ma quello che interessa a noi è Amazon Kindle Direct Publishing (KDP), aperto gratuitamente a chiunque voglia pubblicare il proprio libro, anche se composto di sole pagine bianche.
Le modalità di accesso sono molto semplici: seguendo i consigli sul sito, al momento di caricare l’opera, si possono scegliere impaginazione e copertina, inserire la propria biografia, vedere l’anteprima, decidere il prezzo. Si può anche scegliere se rendere disponibile solo la versione digitale, oppure anche quella cartacea che viene stampata nel momento in cui è il cliente a richiederla. Una volta che l’autore ha caricato il file, l’ebook, o il libro se si è optato per la versione cartacea, sarà disponibile in rete dopo 24-48 ore. Una grande autonomia, e soprattutto una totale mancanza di filtri, che evita all’aspirante autore il passaggio dalle forche caudine dell’editore, consentendo a chiunque abbia qualcosa da raccontare di fare arrivare ai potenziali lettori la propria storia. Saranno loro ad avere l’ultima parola e a decidere se valga la pena di leggerla o meno. Oltre a ciò salta a piè pari l’imposizione delle rivisitazioni degli editor, che sanno cosa è meglio per il mercato, ma che a volte “riscrivono” il libro, o anche solo il titolo, in maniera poco gradita all’autore.
Nel caso del KDP il controllo è invece totale: anche dopo la pubblicazione, l’autore ha la possibilità di cambiare titolo, correggere quelle parti di testo che all’ennesima rilettura non lo soddisfano più, eliminare i refusi sfuggiti in prima istanza, o cambiare addirittura il prezzo. Poniamo ad esempio di aver messo in vendita il nostro ebook a un prezzo stacciato per incentivarne l’acquisto; ad un certo punto il passaparola ne ha incrementato il successo e vogliamo giustamente portare a casa qualche soldino in più. Nessun problema. Andiamo sul nostro file e aumentiamo il prezzo di vendita.
Il rovescio della medaglia di questa grande libertà, è che l’autore, magari totalmente inesperto di marketing, diventa editore di se stesso con l’onere di promuoversi. L’unica cosa che Amazon farà attivamente (e automaticamente) per informare i clienti della presenza della nostra opera sui suoi “scaffali”, sarà l’acquisto suggerito, grazie a quell’algoritmo che quando ordiniamo un libro, ci propone una serie di titoli, in linea con le nostre precedenti selezioni. Non è comunque poco, perchè ci facilita l’accesso a opere sconosciute del nostro genere preferito, della cui esistenza magari non avremmo mai saputo. Oltre a questo automatismo, dicevamo, un autore Amazon KDP che decidesse di approfittarne, ha a disposizione un sistema collaudato per promuoversi al meglio.
Innanzi tutto il libro può essere venduto, non solo su Amazon.it, ma su diversi marketplace, di Amazon in altre lingue (come Amazon.com, .uk e così via) raggiungendo così un numero molto elevato di potenziali lettori.
Secondariamente, ma non meno importante, l’autore ha la possibilità di iscriversi, per 90 giorni, a KDP Select. Come funziona? In questo periodo l’autore dà l’esclusiva ad Amazon, impegnandosi a non vendere su altri store la propria opera. In cambio il suo libro viene inserito tra i titoli disponibili su Kindle Unlimited, un programma di subsciption che, al costo per l’utente di 9,99 € al mese, dà accesso a una biblioteca virtuale con la possibilità di prendere in prestito un numero illimitato di libri. E’ un programma sfruttato soprattutto da lettori “voraci”, che non avendo costi aggiuntivi ad ogni download, sono tentati di sperimentare il più possibile, scaricando anche titoli sconosciuti. Se il libro piace, la probabilità che lascino una recensione favorevole, innescando così il passaparola è alta. In più, ogni volta che qualcuno scarica il titolo, l’autore riceve delle royalties.
Durante i 90 giorni di partecipazione a KDP Select, l’autore può, in qualsiasi momento, decidere di mettere in vendita per 5 giorni il proprio ebook a 0 €. Soprattutto quando le recensioni languono, può essere un buon modo per incentivare i lettori ad “acquistarlo” e a parlarne.
Altra occasione per aumentare la propria visibilità, messa a disposizione su questa piattaforna, è la possibilità di creare una “pagina autore” in cui inserire non solo la propria biografia, ma anche video, link a un eventuale blog o altro. Anche il mondo esterno alla piattaforma offre infinite possibilità di autopromuoversi attraverso i social, anche agli autori che manchino di quella “sfrontatezza” che vende e fa vender bene. Per chi non avesse molta dimestichezza con la rete, la SEO e altre diavolerie, è preferibile investire su un bravo social media manager, concordando magari una percentuale su futuri guadagni. Chi è più riservato può entrare a far parte di community di autori, cominciando a farsi conoscere da una cerchia più ristretta per poi aumentare la visibilità.
Chi invece ha più di qualche soldino da investire, si può promuovere anche in altri contesti. Alessandro Saccon, Consumer PR Head di Amazon e “fonte” delle informazioni sopra riportate, ci racconta che Elisa S. Amore, ex esordiente con KDP, per promuovere il suo primo titolo ha creato un book trailer che veniva proiettato nei cinema di varie città. Chiaramente questo non è alla portata di tutti. Dal punto di vista meramente pecuniario, il KDP permette all’autore di guadagnare fino al 70% di royalties e di aggiungerne ulteriori partecipando a Kindle Unlimited.
Quando chiediamo ad Alessandro se qualcuno che ha esordito con KDP ora viva di scrittura ci risponde che Giulia Beyman, o la stessa Elisa S. Amore, per fare un esempio, hanno lasciato gli impieghi precedenti e ora fanno le scrittrici a tempo pieno. “Comunque sono una minoranza. Avere successo nella scrittura , così come in qualsiasi altra forma di arte, richiede delle qualità. Poi saranno i clienti che decreteranno il successo. Il nostro obiettivo, come Amazon, è riuscire a portare delle belle storie a chi le può apprezzare, in una maniera più semplice rispetto al passato. Ci sono comunque diversi casi di successo. Lo stesso ’50 sfumature di grigio’ è nato come autopubblicato. È necessaria una storia che piaccia ed è necessario riuscire a trasmetterla al pubblico. Con KDP questo si può fare. Alcune delle maggiori case editrici, fanno poi scouting in questa sezione. Ci sono stati autori, che partiti così, ora pubblicano per case editrici diverse da noi”.
La pubblicazione tradizionale
Se è vero che l’autopubblicazione è il modo più semplice per farci conoscere, è anche vero che molti vedono questa soluzione come l’extrema ratio. Una casa editrice che creda proprio in noi tra i tanti, vedere la nostra opera esposta sugli scaffali di una grande libreria, magari dopo un tour di presentazione, è tutta un’altra cosa.
Intervista all’editor Alessandra Gnecchi Ruscone (Giunti)
Se pubblicare con una casa editrice è la nostra prima scelta, cerchiamo di capire come muoverci.
In nostro aiuto interviene Alessandra Gnecchi Ruscone, editor e scout per Giunti Editore.
Cominciamo dal primo passo: abbiamo il nostro manoscritto pronto e corretto; sappiamo già di doverlo indirizzare alla segreteria di redazione della casa editrice, oppure seguire le indicazioni del sito per inviare i manoscritti. Ma come selezionare le case editrici a cui inviarlo? Meglio le grandi o le piccole? Quelle più generaliste o quelle specializzate?
Grandi o piccole è indifferente. L’importante è che l’opera sia in linea con la politica editoriale della casa editrice. Ogni editore raggiunge un suo o dei suoi pubblici, e i libri vanno inseriti nelle linee o collane specifiche per poter raggiungere il suo lettore. Se no si perde nelle migliaia di libri che escono. Ci sono editori che pubblicano prevalentemente libri di un certo genere come thriller, gialli o romanzi d’amore. O libri per bambini e libri umoristici. Oppure libri di saggistica, divulgazione e intrattenimento.
Può succedere che mi arrivi un libro bellissimo ma non sono in grado di pubblicarlo e garantirgli del successo. In questo caso lo indirizzo ad altri colleghi.
E una volta che il manoscritto raggiunge la casa editrice, cosa possiamo aspettarci in sede di valutazione, noi autori sconosciuti?
Non è vero che le proposte degli sconosciuti non vengono lette: l’editore è un imprenditore. Le case editrici sono continuamente alla ricerca di nuove opere da pubblicare, ed è loro interesse trovare dei titoli che reputano possano essere comprati dai loro clienti, che funzionino sul mercato.
Quando ci arrivano dei testi interessanti può succedere che ci lavoriamo assieme all’autore. Se un testo contiene una buona idea ma è scritto male, ci investo e lo faccio riscrivere, anche più volte. Viceversa se mi arriva un libro scritto molto bene ma un po’ noioso ne discuto con l‘autore finché non tiro fuori un prodotto che penso possa funzionare per il mercato e il tipo di editore che sono.
Io passo delle giornate a cercare nuovi libri, a leggerli, a valutarli… e ogni settimana me ne arrivano centinaia. Anche dagli esordienti arrivano alle case editrici tantissime proposte, ma quelle valide, e così è sempre stato, sono veramente poche.
Poi è anche vero che nel mondo dei libri, come nella musica, nel cinema, nella moda, funzionano le grandi “marche”, le grandi firme. Se un personaggio famoso scrive qualcosa, certo che lo guardo; ma questo non significa che se uno sconosciuto ha scritto qualcosa di più interessante io non lo prenda in considerazione. E tra i due, pubblico quello che penso sia il migliore. Anche tra gli esordienti possono capitare storie di grandi successi al primo colpo. Ad esempio, pochi anni fa abbiamo pubblicato un libro di un autore esordiente e totalmente sconosciuto che ha venduto più di 500 mila copie.
La storia ci racconta di romanzi, diventati in seguito best seller, che hanno collezionato un numero impressionante di rifiuti da parte di editori e agenti. Sembra che gli errori di valutazione capitino…
Sì, capita facilmente. Se tu scrivi una cosa molto innovativa non è detto che la gente se ne accorga subito. Ci vuole da parte dell’editore, un atteggiamento di grande lungimiranza e apertura mentale per poter individuare quella cosa che è molto nuova, che non è mai stata vista prima, e capire che possa avere successo.
E oggi che l’editoria subisce una forte concorrenza da parte di altri media, quanto è presente questa propensione a rischiare?
Come sempre. È successo nel passato con “Il dottor Zivago”, e recentemente con la stessa Rowling che era stata rifiutata da diversi editori. C’è però un po’ un piagnisteo da parte di molti autori che non si sentono accettati, valorizzati. Ma può essere anche che il loro libro, per quanto bello, scritto bene, messo in competizione con una produzione mondiale di migliaia e migliaia di altri libri, in realtà non abbia abbastanza potenziale per emergere sul mercato. Però se l’autore è convinto, deve andare avanti e pubblicarselo da sé o riprovare con qualche altro editore.
Quali sono i tempi tecnici di feed back da parte delle case editrici? C’è un limite oltre il quale il silenzio va interpretato come risposta negativa?
Indicativamente tre mesi. Alle volte un po’ di più, ma è raro.
Arrivati a questo punto è importante spendere due parole su quella figura mitica che è l’agente letterario, ossia quel professionista che si occupa di leggere il nostro manoscritto e, se lo ritiene interessante, di promuoverlo presso le case editrici in cambio di una percentuale sui diritti (di solito intorno al 20%) Gli agenti letterari sono tanti. Alcuni singoli, altri organizzati in agenzie; alcuni sono seri professionisti, altri ciarlatani; alcuni esaminano l’opera gratuitamente, altri richiedono un compenso, il più delle volte più che legittimo, visto che alla lettura critica del manoscritto dedicano del tempo. A chi scegliesse la strada dell’agente, non essendo questa la sede per far pubblicità all’uno o all’altro, l’unico consiglio che possiamo dare per selezionare a chi affidarsi ed evitare truffe è di andare sui tanti forum di aspiranti o nuovi autori, dove sono presenti anche discussioni sull’esperienza avuta con i diversi agenti.
Ad Alessandra chiediamo invece se gli autori rappresentati da un agente abbiano una corsia preferenziale rispetto agli altri.
Per quel che riguarda me, no. Poi non so se altri colleghi si comportino diversamente. Certo, c’è da dire che gli agenti sono dei professionisti con cui noi lavoriamo da decenni, e se un agente con cui ho un lungo rapporto di fiducia mi telefona e mi dice “Guarda, questo è molto importante” io lo guardo subito. Anche se la decisione dipende poi da me, perché solo internamente possiamo conoscere le esigenze della casa editrice e le potenzialità di un testo.
La decisione di affidarsi ad un agente è da pensare bene. Se, da una parte, infatti, come abbiamo visto, può accelerare la valutazione del nostro manoscritto da parte della casa editrice, dall’altra, una volta firmato il contratto, ci vincola al rispetto delle decisioni dell’agente che possono non trovarci d’accordo o addirittura essere controproducenti (nessuno è infallibile). Tra l’altro spesso il mandato non riguarda solo l’opera presente ma anche quelle future.
I concorsi letterari per esordienti e inediti
Un altro modo per aumentare le chance di pubblicare, è partecipare a concorsi letterari. Non tutti i concorsi garantiscono in automatico la pubblicazione dell’opera vincitrice, ma costituiscono spesso un osservatorio privilegiato per i rappresentanti delle maggiori case editrici. E farsi notare da loro potrebbe voler dire portarsi a casa un contratto.
Ovviamente non parliamo dei concorsi letterari abbinati alla sagra del paese; e non parliamo nemmeno dei concorsi truffa, dove tutti i partecipanti vincono e poi pubblicano solo a pagamento; e neanche di quelli che richiedono, come quota d’iscrizione, l’acquisto di alcuni libri editi dall’organizzatore.
Non tutti i concorsi letterari, anche quelli seri, sono a partecipazione gratuita. La maggior parte, comunque lo è, e gli unici costi possono essere rappresentati da stampa e invio di manoscritti, spesso richiesti in più copie in formato cartaceo.
Qui sotto sono elencati i principali premi letterari, quelli che hanno tenuto a battesimo tanti autori di successo.
Premio Calvino
È il premio letterario per antonomasia dedicato agli esordienti. È riservato infatti esclusivamente ad opere prime inedite di narrativa, sia nella forma del romanzo che del racconto. La quota di partecipazione, variabile a seconda dell’età del partecipante e della lunghezza del testo, oscilla tra i 50 e i 150 €. La brutta notizia è che non garantisce la pubblicazione dell’opera vincitrice. Non dimentichiamo però che si tratta di un premio molto prestigioso, che attira l’attenzione delle principali case editrici. Tutti i partecipanti al concorso, anche quelli esclusi dalla finale, ricevono una scheda di valutazione della propria opera, stilata dal Comitato di Lettura, con suggerimenti preziosi da parte di grandi autori o editor per migliorare il “prodotto”. Niente ci vieta, una volta finito il concorso, di presentare la nostra opera alle case editrici, rendendola più “vendibile” grazie ai suggerimenti contenuti nella scheda, anche se non siamo risultati vincitori o finalisti.
Tutte le info: https://www.premiocalvino.it/
Premio DeA Planeta
È un concorso letterario nato di recente in Italia, che si lega al più “collaudato” Premio Planeta nato a Barcellona nel 1952. È gratuito e aperto solo a romanzi inediti, ma può parteciparvi anche chi abbia già pubblicato in precedenza. Sono escluse tutte le opere anche solo autopubblicate, o semplicemente comparse in rete integralmente o parzialmente. È sicuramente il concorso italiano più “goloso”, non solo per l’entità del premio di 150.000 €, che altro non è che un anticipo sui futuri diritti d’autore, ma soprattutto per il suo carattere internazionale: garantisce infatti al vincitore la pubblicazione dapprima in lingua italiana, e a seguire anche spagnola, inglese e francese. Il vincitore si impegna a cedere i diritti di sfruttamento per i successivi 15 anni alle edizioni organizzatrici del concorso (l’italiana DeA Planeta e il Gruppo Planeta per la Spagna e il mercato internazionale). Qualche possibilità di pubblicazione anche per gli altri quattro finalisti, sui cui diritti di sfruttamento, la casa editrice che organizza il Premio, può esercitare il diritto di prelazione per un mese.
Tutte le info: http://www.premiodeaplaneta.it/
Torneo letterario Ioscrittore
Anche questo torneo letterario è gratuito e aperto esclusivamente a romanzi inediti. I vincitori sono ben dieci e il premio per questi fortunati è la pubblicazione in formato digitale, e cartaceo on demand, con distribuzione nelle principali librerie.
Tutte le info: https://www.ioscrittore.it/
Premio Neri Pozza
Il Premio Neri Pozza è un concorso biennale aperto a esordienti e non, che presentino romanzi inediti. Sono esclusi romanzi di genere. Ha anche una Sezione Giovani, per autori fino a 35 anni. Il premio per il vincitore, consiste nella pubblicazione dell’opera da parte della casa editrice Neri Pozza e una somma di 25.000 €, anticipo sui futuri diritti d’autore.
Tutte le info: https://premioneripozza.it/home
Premio Amazon Storyteller 2020
Fresco fresco di lancio, il concorso letterario di Amazon è riservato agli autori indipendenti in lingua italiana che pubblichino su KDP tra l’1 Maggio e il 31 agosto. La partecipazione dei libri autopubblicati in questo lasso di tempo non è automatica. Per esprimere il nostro intento a partecipare dobbiamo inserire tra le parole chiave “Storyteller” e mettere in vendita l’ebook al prezzo minimo di 2,99€. È aperto a tutti i generi, anche diversi dalla narrativa, ad eccezione di quello erotico (e menomale, perché non se ne può più di tutte queste sfumature dell’arcoiris!). È possibile partecipare con più di una proposta.
È un concorso un po’ diverso dagli altri indicati in questa sezione, perché qui i lettori hanno la possibilità di conoscere e acquistare l’opera prima della premiazione. Nella prima fase del concorso, la selezione dei finalisti avviene anche in base all’interesse suscitato nel pubblico. È solo uno dei criteri ma non è certo secondario, visto che la “giuria popolare” può fare la differenza.
Il premio? Oltre a 3.000€, il vincitore potrà usufruire di un pacchetto di visibilità marketing, del valore di 20.000€ da utilizzare per promuovere il libro su Amazon.it. Si tratta di un incentivo interessante, visto che come si diceva, uno limiti dell’autopubblicazione, è spesso la mancanza di competenze e risorse economiche per promuovere il nostro libro.
Tutte le info: www.amazon.it/premioletterario
Contest Letteralmente
Concorso letterario riservato a giovani fino ai 30 anni. Il concorso è a tema. Questo viene comunicato alla pubblicazione del bando. Quindi chi già avesse un libro nel cassetto, potrà tirarlo fuori solo se in linea con il tema dell’anno. Garantisce all’opera vincitrice la pubblicazione con Cairo Editore con successiva distribuzione in libreria.
Accanto a questi importanti concorsi “generalisti”, ce ne sono altri, non trascurabili, dedicati ai romanzi di genere, principalmente noir e letteratura fantasy. Sono tanti e alcuni patrocinati da specifiche sezioni di grandi case editrici (come Giallo Mondadori o Urania) sempre alla ricerca di nuove e interessanti proposte per queste collane.
Tutte le info: https://www.letteralmente.eu/
Troppi sogni per un cassetto solo, intervista all’autrice Valeria Plume