
Da quando la pausa estiva non viene più spesa completamente sotto l’ombrellone come succedeva in passato, sono in tanti ad approfittare dell’arrivo delle ferie per dedicarsi ad un restyling dell’ambiente domestico. Dalle opere di bricolage alla ricerca di mobili, soluzioni e complementi, l’estate, con le sue giornate lunghe e luminose, è sicuramente il periodo migliore per dedicarvisi, per rinnovare, o per fare qualche giro di ricognizione dedicato all’aggiornamento sulle novità per la casa. Uno dei settori in cui maggiormente l’innovazione coincide con la funzionalità, è certamente la cucina.
Se è proprio a questo ambiente che volete dare un volto nuovo, magari anche ricorrendo a modifiche minime che facciano sembrare la vostra cucina trasformata, oppure state pensando di riorganizzare le vostre attrezzature, ecco qualche novità interessante che abbiamo visto in giro di recente.
Materiali
Lo abbiamo apprezzato durante il Fuorisalone, nella futuristica cornice di Space&Interiors, spazio disegnato da Stefano Boeri e ispirato alla vita su Marte, e si chiama Sapienstone del Gruppo Iris Ceramica. Sapienstone, è un top in gres porcellanato a tutta massa, costituito per il 50% in vetro e ceramica riciclati, disponibile in diversi colori e con una venatura che ricorda la pietra naturale. Sapienstone è totalmente inassorbente, resiste alle alte temperature, è insensibile a macchie e graffi e ai danni da agenti chimici.
Ma non vi abbiamo ancora detto il meglio: dalla collaborazione con l’azienda spagnola TPB Top Porzelanik Barcelona, al top Sapienstone è possibile la perfetta integrazione di un piano a induzione, posizionabile senza alcun tipo di vincolo, in base a preferenze o esigenze individuali. Quali sono i vantaggi, rispetto ai tradizionali piani ad induzione in vetro-ceramica? Dal punto di vista pratico dà la possibilità di cucinare direttamente sulla superficie, come se si trattasse di una piastra, e di tagliare in loco carne, verdure o altro, senza che il contatto con i coltelli lasci segni indelebili e senza bruciarsi le mani (garantito! Lo abbiamo sperimentato). La piastra a induzione diventa così un’estensione del piano di lavoro. Questo non significa dimenticarsi per sempre di pentole e taglieri ma è una possibilità in più e un po’ di disordine in meno in cucina. Passiamo alla pulizia: rispetto ai normali piani a induzione può essere pulito con un semplice panno multiuso o con della carta da cucina, senza graffiarsi e senza necessità di detergenti che richiedono tanto olio di gomito per evitare di lasciare aloni. Il vantaggio estetico lo abbiamo già citato: la possibilità di realizzare un piano di lavoro unico in cui top e spazio di cottura risultino perfettamente integrati.
Come scegliere il rivestimento ideale? Nel caso di un ambiente come la cucina è fondamentale un occhio particolarmente attento alla praticità per evitare di passare più tempo in compagnia del forzuto Mastro Lindo che con famiglia e amici. Gli elementi da tenere in considerazione nella scelta del rivestimento più funzionale, sono la mancanza di porosità e di interstizi che favoriscono l’accumulo di sporcizia, calcare e unto, la riduzione al minimo delle fugature, la cui pulizia periodica è uno dei lavori più odiati dal genere umano, e, per finire, la resistenza a urti e graffi.
Se si punta proprio sul rivestimento per dare un tratto distintivo a questo ambiente, solitamente si operano delle scelte in linea con la moda del momento che negli ultimi anni ha visto avvicendarsi a ritmo sostenuto fantasie provenzali, azulejos, maioliche mediterranee, accostamenti di motivi diversi tra loro da sembrare realizzati con fondi di magazzino, finti muretti in pietre, mattoncini, spatolati, effetto inox o specchio. Il guaio delle mode, è la datazione di qualsiasi ristrutturazione. A meno di non potersi permettere di cambiare tutto ad ogni giro di vento, il suggerimento è sempre quello di evitare di puntare sulla tendenza del momento e lasciarsi guidare dal proprio gusto personale piuttosto che dai mutevoli diktat delle archistar. Come disse Ingmar Bergman, il mondo venera gli originali. Originale non significa necessariamente stravagante o pacchiano. I meno volubili possono anche esprimere la propria originalità con scelte azzardate. Ma la maggior parte di noi sicuramente tenderà alla crisi di rigetto dopo un anno di visione quotidiana della piastrella rosa Barbie o verde mela. Ricordiamoci che un rivestimento non è un vestito.
Il materiale indubbiamente più pratico in un ambiente come la cucina è il gres porcellanato, in particolare in lastre di grande formato che permettono, oltre che una maggiore omogeneità visiva della superficie, di ridurre al minimo le fugature. Ormai nel catalogo dei principali marchi come Casalgrande Padana, Iris Ceramica, Marazzi, Caesar e tanti altri, i grandi formati sono proposti con effetto marmo, pietra, cemento e in numerosi colori e venature così che ognuno possa trovare quelli a cui si sente più affine.
Altra soluzione sono le resine che ormai sono talmente evolute da presentare un livello di resistenza tale da essere praticamente indistruttibili, se si scelgono marchi di qualità come Oltremateria. Anche in questo caso grande varietà di texture, colori e motivi, e la possibilità, essendo un materiale versatile, di personalizzare il decoro. Mentre la posa del gres porcellanato, soprattutto di grande formato, può essere fatta anche autonomamente a patto di essere dotati di un po’ di manualità, per stendere le resine meglio rivolgersi a personale specializzato.
A chi invece si trova a proprio agio con straccio e detergente, oppure delega la corvè delle pulizie in casa, suggeriamo una serie di Casalgrande Padana in cui le fugature non mancano, ma la cui bellezza compensa certamente un po’ di lavoro in più. Parliamo comunque di un gres, quindi di più facile manutenzione rispetto ad altri tipi di materiali. La serie si chiama Marte ed è la riprova che l’originalità può essere sobria. Elegante di un’eleganza classica, ma a modo proprio. È costituita da mosaici a tessere e listelli di vari formati e dimensioni, lisci, levigati o bocciardati, dai colori neutri che si ispirano alla bellezza dei marmi e che, pur dando una forte caratterizzazione all’ambiente, eviterà di stancare come succede con le soluzioni più modaiole.
Cappe da cucina
Chi non ha mai pensato a quanto spazio si potrebbe recuperare eliminando la cappa aspirante? Certo, non chi ha una cucina delle dimensioni dell’Escorial. E’ però vero che, soprattutto per chi vive in città ed è costretto a fare i conti con ogni centimetro cubo disponibile, sostituirla con un bel pensile capiente è un tentazione forte. Gioiscano costoro, perché da Faber arriva Galileo, il sistema di cottura di cottura a cappa integrata. Tradotto dal linguaggio tecnico a quello visivo, significa che l’aspirazione avviene a livello di piano cottura e non più dall’alto. In classe energetica A+++, il motore salvaspazio e waterproof è dotato di un contenitore di grande capacità, che ne permette l’utilizzo in sicurezza e il funzionamento anche in caso di versamenti o traboccamenti di liquidi. Galileo è stato studiato per minimizzare lo spazio occupato all’interno del mobile nel quale è contenuto, dentro il quale il corpo del prodotto si concentra nella parte centrale, lasciando così tanto spazio residuo a utensili, scorte alimentari o qualunque cosa si voglia infilare negli stipetti di cucina. Con Galileo non è quindi più necessario dipendere dalla vicinanza della canna fumaria per decidere il posizionamento del piano cottura, in quanto i fumi possono essere convogliati all’esterno con una semplice apertura sul muro perimetrale. E se il piano cottura si trova a ridosso di una parete interna? Faber ha provveduto anche a questo e alla possibilità di sostituire sempre con grande economia di spazio, la cappa aspirante con un kit filtrante, dell’altezza di 100 o 60 mm, adeguata a quella dello zoccolo del mobile. Galileo ha anche il vantaggio della comodità nel ricambio dei filtri antiodore a carboni attivi che in alcune soluzioni possono essere sostituiti direttamente dallo zoccolo di cucina senza che sia necessaria la rimozione dei cassetti che rivestono la cappa.
Faber ha anche pensato a chi problemi di spazio non ne ha ma vuole unire il design alla funzionalità della cappa aspirante, lanciando Glow, la cappa-lampadario firmata dal designer Carlo Colombo. “Glow interpreta l’evoluzione dell’ambiente cucina, che entra a far parte sempre di più del living. Ho immaginato la cappa come un vero e proprio elemento di arredo, un oggetto elegante e sofisticato, caratterizzato da linee sobrie e sinuose in grado di valorizzare ed inserirsi armoniosamente in qualsiasi cucina – commenta Carlo Colombo. Il nome Glow sottolinea la sua duplice caratteristica: non più solo un oggetto tecnologico, ma una scultura luminosa in perfetto equilibrio tra luce e funzionalità”. Un led circolare crea un sottile filo luminoso sulla circonferenza della cappa, secondo i dettami delle nuove tendenze in fatto di lighting design, mentre una luce più potente e calda coinvolge la parte inferiore della cappa consentendo l’illuminazione piena del piano di lavoro.Glow è dotata di comandi touch e di tecnologia “up and down” che permette di avvicinare aspirazione e illuminazione al piano di lavoro in fase di utilizzo e allontanarli una volta finito di cucinare.
Cucine classiche: il ristorante in casa
Nonostante il business del food delivery sia in crescita continua, è innegabile che lo sia anche un nuovo interesse per la cucina, come sembrano testimoniare le tante trasmissioni o canali tematici dedicati al cibo. Se l’arte culinaria non è una moda o un tiepido interesse ma un vero e proprio amore, Officine Gullo, noto marchio fiorentino, mette a disposizione gli strumenti della grande ristorazione anche a chi voglia cucinare in casa.
Ovviamente non parliamo di cucine inseribili in un angolo cottura, ma destinate a chi, alla propria passione, ha riservato la stanza più grande della casa. L’aspetto è estremamente classico, perché cucine così sono fatte per durare tutta la vita. La forza delle cucine Gullo è condensata nella potenza delle sue macchine: bruciatori che possono sprigionare una potenza pari a 10kW; forni multifunzione, programmabili, dotati di triplo vetro termoisolante; barbecue a pietra lavica; cooking top a induzione; coup de feu; friggitrici professionali; piastre fry-top lavorate a specchio; vaporiere, vasche per il bagnomaria e cuocipasta da alta ristorazione; frigoriferi rivestiti in acciaio inox antibatterico; per non parlare degli accessori, tutti realizzati interamente a mano, nei materiali più nobili. Anche se il marchio è solitamente fornitore di grandi ristoranti quali il Belmont Hotel Cipriani, Villa Crespi, il Four Season di Firenze, e le soluzioni destinate a grandi professionisti (proprio nello show room di Milano abbiamo incontrato Antonino Canavacciuolo) hanno un’ergonomia pensata anche per la cucina di tutti i giorni.
La cucina sana e naturale
A volte basta davvero poco per cambiare l’aspetto di una cucina, soprattutto se la sua disposizione prevede che stoviglie e accessori si trovino a vista. La nuova collezione di casseruole e cocotte, Nature’s Kitchen di Le Creuset, abbinabili agli accessori in gres e silicone, può regalare colore e calore all’ambiente e caratterizzandolo fortemente. Ma non è solo lo stile il punto forte di questa collezione che abbiamo conosciuto e testato (quanto meno il risultato!) durante uno show cooking di Csaba della Zorza presso il flagship store di Corso Garibaldi a Milano.
In linea con la filosofia di Csaba, fortemente orientata verso uno stile di vita e alimentazione sani, la collezione Nature’s Kitchen ripropone i materiali icona del marchio, come la ghisa e il gres smaltati, o l’antiaderente triplo strato, per una cucina che permette una cottura sana mantenendo praticamente inalterato il gusto originale degli ingredienti. A questo si aggiunge la funzione terapica dei colori in cui sono proposti gli articoli che compongono la collezione: l’energia dell’arancione, l’effetto relax del verde o del blu, e quello stimolante del Bianco cotton, oltre al nuovissimo Deep Teal che unisce il blu al verde con doppio effetto relax.
E poiché una alimentazione sana non può prescindere da uno stile complessivo di vita “green”, prima di lasciarci Csaba ci ha omaggiato di poche e semplici regole da seguire per una cucina sostenibile.
“In cucina la sostenibilità inizia dalla valorizzazione della stagionalità. Dobbiamo ricominciare a mangiare quello che è di stagione senza lasciarci prendere dall’idea di volere avere primizie tutto l’anno. Oggi siamo anche affascinati dall’abbondanza e tendiamo a comprare troppo. Se noi compriamo stagionale e in quantità limitata alle nostre esigenze effettive, automaticamente applichiamo comportamenti sostenibili senza troppo sforzo. Lo spreco è più del doppio di quello che mangiamo e questo dato dovrebbe far paura soprattutto nel momento in cui consideriamo che quello che sprechiamo non è solo denaro, ma che per produrre carne, verdura uova che poi buttiamo, impieghiamo tante risorse inquinanti. Così prima inquiniamo per produrre poi per smaltire”.
*Grazie all’architetto Pier Francesco Giangaspro per la consulenza sui rivestimenti