Utero in affitto in Italia: è possibile o no? Ecco cosa devi sapere
L’utero in affitto o maternità surrogata è una soluzione contro l’infertilità. Se una coppia non riesce a procreare autonomamente ha bisogno di un aiuto e se l’inseminazione non funziona e l’adozione è un percorso troppo pieno di ostacoli, si può tentare quest’altra strada. Intanto specifichiamo che l’espressione utero in affitto non è propriamente corretta, sebbene sia molto utilizzata, perché la donna che si fa impiantare l’embrione non rinuncia al suo utero, ma mette a disposizione la propria capacità gestazione a favore di chi, invece, non ce l’ha.
L’espressione maternità surrogata deriva dall’inglese, surrogate mother, che viene utilizzato per la donna che, appunto, porta in grembo l’embrione e gli consente di svilupparsi. L’embrione è ottenuto in vitro con sperma del padre e ovulo della madre oppure uno dei due elementi è preso da un donatore o da una donatrice, a seconda di qual è il problema che ha portato i futuri genitori a prendere la decisione di affidarsi alla maternità surrogata. Può essere infatti che uno dei due sia sterile o che l’utero della madre non possa ospitare il feto.
Utero in affitto per italiani: come fare?
In molti non hanno ancora capito se la pratica dell’utero in affitto in Italia è consentita oppure no. La confusione deriva dal fatto che mentre non c’è una legge che la riconosca, ci sono delle coppie che riescono ad avere un figlio grazie alla maternità surrogata. Che cosa significa dunque? La risposta è che in effetti in Italia è vietata, ma una coppia è libera di andare all’estero per avere il proprio figlio. Ovviamente ne scaturiranno dei problemi al momento di rientrare in Italia, problemi di carattere legale.
Per questo motivo, quando si decide di procedere con la maternità surrogata, è meglio rivolgersi ad agenzie specializzate che offrano il loro supporto sia dal punto di vista medico, sia da quello legale. Per esempio Gestlife è uno studio legale che ha un’assicurazione di responsabilità civile da usare in caso di inadempienza e che si occupa di tutta la procedura, dal primo all’ultimo step.
Si tratta di un’azienda leader nel settore, che ha alle spalle nove anni di esperienza e che opera in sette Paesi in cui la maternità surrogata è legale, offrendo ben 40 diversi servizi e che finora ha già soddisfatto oltre 400 genitori.
Qual è la procedura per l’utero in affitto in Italia?
Se una coppia italiana vuole ricorrere all’utero in affitto si rivolge a un’agenzia come Gestlife, compila il modulo di richiesta informazioni, prenota una visita che può essere fatta di persona a Barcellona o a distanza. Una volta trovato l’accordo si firmano i contratti e si procede con la selezione del donatore e della madre surrogata.
Si parte poi per il primo viaggio, per il quale provvede a tutto l’agenzia, pick-up all’aeroporto, trasferimento in un appartamento in cui è garantito vitto e alloggio, inoltre si ha l’aiuto di un accompagnatore che parla italiano e un telefono cellulare locale. Si procede con la visita agli uffici di Kiev e la firma del contratto con la madre surrogata davanti a un notaio. C’è poi la fase dedicata al trattamento Fiv con PGD, la eventuale selezione del sesso e il primo trasferimento di embrioni. Quando il test di gravidanza è positivo si procede poi alla prima ecografia e i genitori possono assistere o comunque hanno dei rapporti periodici con gli ultrasuoni.
Quando nasce il bambino, i genitori fanno un altro viaggio, sempre supportati in tutto da Gestlife. Possono poi prendere loro figlio dall’ospedale e portarlo nell’appartamento a loro riservato, dove hanno anche l’aiuto di una baby sitter e di un pediatra. Nel frattempo vengono elaborati i documenti e il bambino viene registrato all’anagrafe. Viene anche fatto un test del DNA, a quel punto si prende un appuntamento all’ambasciata per ottenere il passaporto del bambino. Si viene poi accompagnati all’aeroporto dall’avvocato di Gestlife e a questo punto mamma e papà affrontano il viaggio di ritorno con il figlio neonato.